Vorrei dedicare un po' di attenzione alla chirurgia retinica pediatrica. Sfortunatamente, anche i bambini possono avere gravi problemi alla retina, di natura soprattutto congenita, traumatica o infiammatoria.
Nel corso della mia carriera professionale, ho operato numerosi bambini.
Due aspetti mi hanno sempre sorpreso:
1. La notevole capacità dei piccoli pazienti di affrontare l'intervento e le cure.
2. L'incredibile capacità di recupero della retina e della funzione visiva, sempre oltre le aspettative.
Questi risultati non sono affatto scontati.
Si potrebbe immaginare che i bambini reagiscano con pianti, capricci e difficoltà nel seguire i consigli dati.
Invece, spesso sono più i genitori a disperarsi.
Per il bambino, tutto ciò che accade assume un'aria di "accettazione" e "normalità" che contribuisce a alleggerire la gravità della situazione.
I bambini desiderano semplicemente non provare dolore, aspetto che deve essere garantito dall'anestesia e dal rispetto dell'occhio, soprattutto nelle sue parti esterne che possono causare fastidio.
Una volta garantita questa condizione, i bambini accettano di mantenere determinate posizioni della testa per alcuni giorni, seguono le terapie a base di collirio e tollerano la benda sull'occhio operato o sull'occhio controlaterale durante la riabilitazione.
Ogni passo può essere trasformato in un gioco con l'aiuto di genitori collaborativi, e persino un reintervento, se finalizzato al miglioramento, può essere accettato positivamente.
Mi capita spesso di trattare bambini considerati "caso disperato".
Tuttavia, molte volte, se la famiglia accetta di affrontare la sfida, vale la pena tentare un intervento, che può riservare piacevoli sorprese.
Tra i casi di trauma, ricordo ragazzi operati per distacco di retina causato da un calcio di pallone, o per foro maculare a causa di un puntatore laser diretto all'occhio, o ancora per foro maculare causato da una pallina da tennis.
Tra le cause congenite, ho trattato casi come il distacco della macula secondario a coloboma del nervo ottico, la Familial Exudative Vitreoretinopathy (FEVR) o la Sindrome di Coats.
Anche l'assenza di percezione della luce può non essere una limitazione al recupero, se la patologia è di recente insorgenza.
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